
Gli snippet sono delle frasi di articoli di giornali o brevi estratti di pubblicazioni che contengono parole chiave che servono ad indicizzare i prodotti editoriali sui motori di ricerca e che di fatto anticipano i contenuti, a volte in modo da soddisfare di fatto i consumatori e dissuaderli dall’acquisto del giornale o del libro o comunque del prodotto editoriale, sia esso informatico (accesso al link) che cartaceo.
Gli
snippet possono consistere anche in brevi riassunti che di fatto
vengono messi on line senza una previa autorizzazione dell’avente
diritto (editore e autore), motivo per cui sono stati fortemente
contestati soprattutto dagli editori di giornali.
La Riforma
comunitaria (Direttiva Copyright n. 2019/790) prevede in merito
quanto segue:
“(54) Una stampa libera e pluralista è essenziale per garantire un giornalismo di qualità e l’accesso dei cittadini all’informazione e dà un contributo fondamentale al dibattito pubblico e al corretto funzionamento di una società democratica. L’ampia disponibilità di pubblicazioni di carattere giornalistico online ha comportato la nascita di nuovi servizi online, come gli aggregatori di notizie o i servizi di monitoraggio dei media, per i quali il riutilizzo di pubblicazioni di carattere giornalistico costituisce una parte importante dei loro modelli di business e una fonte di introiti. Gli editori di giornali incontrano una serie di problemi nel concedere licenze di utilizzo online delle loro pubblicazioni ai prestatori di questo tipo di servizi, rendendo ancora più difficile per loro recuperare gli investimenti effettuati. In assenza del riconoscimento degli editori di giornali quali titolari di diritti, la concessione delle licenze e il rispetto dei diritti nelle pubblicazioni di carattere giornalistico riguardo agli utilizzi online da parte di prestatori di servizi della società dell’informazione nell’ambiente digitale sono spesso complessi e inefficaci.
(55) Il contributo organizzativo e finanziario degli editori nel produrre pubblicazioni di carattere giornalistico va riconosciuto e ulteriormente incoraggiato per garantire la sostenibilità dell’editoria e favorire in tal modo la disponibilità di informazioni affidabili. È quindi necessario prevedere a livello di Unione una tutela giuridica armonizzata per gli utilizzi online delle pubblicazioni di carattere giornalistico da parte di prestatori di servizi della società dell’informazione, che lasci impregiudicate le vigenti norme sul diritto d’autore nell’ordinamento dell’Unione applicabili agli utilizzi privati o non commerciali delle pubblicazioni di carattere giornalistico da parte di singoli utenti, anche ove tali utenti condividano pubblicazioni di carattere giornalistico online. Tale protezione dovrebbe essere garantita in maniera efficace mediante l’introduzione nell’ordinamento dell’Unione di diritti connessi a quello d’autore per la riproduzione e la messa a disposizione del pubblico di pubblicazioni di carattere giornalistico da editori stabiliti in uno Stato membro nell’ambito di utilizzi digitali da parte di prestatori di servizi della società dell’informazione ai sensi della direttiva (UE) 2015/1535 del Parlamento europeo e del Consiglio (13). La tutela giuridica per le pubblicazioni di carattere giornalistico prevista dalla presente direttiva dovrebbe andare a beneficio degli editori stabiliti in uno Stato membro e aventi la sede sociale, l’amministrazione centrale o il centro di attività principale all’interno dell’Unione.
Il concetto di editore di pubblicazioni di carattere giornalistico dovrebbe essere inteso nel senso che comprende i prestatori di servizi, quali gli editori di testate giornalistiche o le agenzie di stampa, quando pubblicano pubblicazioni di carattere giornalistico ai sensi della presente direttiva.”
Si impone, di conseguenza, un diritto alla remunerazione da parte del provider all’editore, così come sopra definito.
In Francia, in forza della Direttiva li già applicata, ad esempio Google News smetterà di mostrare gli snippet delle notizie, ovvero i brevi estratti dei relativi contenuti. In pratica, gli utenti francesi che cercheranno tramite Google gli articoli delle testate giornalistiche dell’Unione europea otterranno come risultato solo i titoli e il link al sito del giornale in questione. Non ci sarà nessuna anteprima del contenuto a meno che non sia l’editore stesso a fare specifica richiesta al motore di ricerca americano di mostrare la preview.
Viste le disposizioni della Direttiva, si prevedono quindi due scenari possibili per gli editori:
- Limitare necessariamente la visibilità sul motore di ricerca, non aderendo ad accordi con Google o altri provider;
- Cedere i diritti copyright a Google o altri provider; E’ evidente che le prime osservazioni possibili sono:
-saranno visibili gli editori più economicamente capienti;
– sussiste o meno un meccanismo di bilanciamento tra principi fondamentali in merito a tali accordi, ovvero mi domando se saranno in qualche modo valutati in connessione con il principio di libertà di informazione. E’ chiaro che infatti se, ad esempio, gli editori saranno pagati da Google difficilmente potranno riportare informazioni ad essa nocive e/o critiche.